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C

Cooperative learning

Il Cooperative Learning è un approccio di insegnamento attraverso il quale gli studenti apprendono in piccoli gruppi come soggetti attivi, aiutandosi reciprocamente e sentendosi corresponsabili del reciproco percorso. L’insegnante assume un ruolo di facilitatore e  organizza le attività strutturando “ambienti di apprendimento” in cui gli studenti gestiscono ogni attività di apprendimento come un processo di “problem solving di gruppo”.

Alcuni esempi di metodologie tipiche del cooperative learning sono il Debate, il Jigsaw, il Think-Pair-Share, il Round Robin e il Team-Pair-Solo.


D

Debate

Il debate è un metodo che può essere inquadrato all'interno del cooperative learning e della peer education.

Questo metodo consiste nel fornire agli studenti un tema, solitamente un tema dibattuto in letteratura o dalla società civile, sul quale vi siano posizioni contrapposte. Gli studenti vengono divisi in gruppi e a ciascun gruppo viene affidato il compito di documentarsi per sostenere la tesi a favore oppure contro l'affermazione oggetto del dibattito. Dopo una fase di studio e preparazione individuale/di gruppo svolta autonomamente, durante la lezione i gruppi si confrontano cercando di "convincere" della bontà della propria posizione. Infine il docente può dare una valutazione al lavoro svolto dai gruppi e/o dai singoli studenti.

Oltre ai contenuti disciplinari, questo metodo favorisce lo sviluppo di competenze quali risolvere i problemi, prendere decisioni, essere creativi, avere un senso critico, lavorare in gruppo, comunicare e relazionarsi efficacemente, gestire le emozioni e lo stress.


Diario riflessivo

La scrittura di un diario riflessivo è un compito che viene dato agli studenti per riflettere su una attività e sottolineare quanto appreso. Questo tipo di compito permette al discente di diventare consapevole di ciò che ha imparato, di valutarsi e di comprendere il processo di pensiero alla base delle proprie azioni.

Tipicamente, viene chiesto agli studenti di scrivere un diario con cadenza definita (giornaliera, settimanale o dopo ogni incontro) chiarendone l’obiettivo e l’oggetto. Il focus è sulla propria esperienza personale. Per guidare lo studente nella scrittura di un diario riflessivo possono essere utilizzate alcune domande stimolo quali:

  • Cosa ho fatto/cosa è successo?
  • Cosa ho pensato? Quali pensieri hanno guidato la mia azione?
  • Quali sensazioni/emozioni ho provato?
  • Cosa ho imparato?
  • Cosa potevo fare diversamente? Cos’altro si può/poteva fare?
  • Quali sono le ricadute future? Cosa farò dopo?

Ci sono molti approcci diversi alla valutazione del diario (solitamente di tipo formativo, ma in alcuni casi può essere utilizzato con scopi sommativi). Il metodo si valutazione dovrebbe essere scelto ad hoc per ogni specifico caso, bilanciando la valutazione dei contenuti disciplinari e delle competenze trasversali di autoconsapevolezza e metariflessione.


Didattica per casi/problemi

Si tratta di un metodo di insegnamento e apprendimento basato sull'indagine che favorisce l'integrazione di teoria e pratica.

Si basa sulla strutturazione di una situazione reale utile ad introdurre, riprendere o approfondire un'attività/un argomento.

I principi a monte della didattica per casi/problemi sono l'apprendimento situato e l'apprendimento collaborativo.

La somministrazione di casi o problemi richiede la risoluzione delle situazioni proposte da parte dei singoli studenti o dei gruppi. 
Per rendere possibile tale processo il caso/problema proposto deve:

  • stimolare interesse: non deve essere banale o troppo semplice​
  • essere autentico
  • creare empatia con i personaggi/con la situazione: il caso deve attivare le risorse emotive dei discenti
  • avere valore generalizzabile: la soluzione del caso deve condurre ad apprendimento di metodo e contenuti applicabili in altri contesti
  • promuovere il processo di decision making
Al termine del processo di risoluzione fa seguito un momento di debriefing generale in cui il docente stimola tutti gli studenti a esplicitare la propria soluzione andando a sondare con domande e rilanci le motivazioni e le possibili soluzioni alternative.


Didattica per gruppi

In questa voce del glossaria rientrano tutte le attività che gli studenti svolgono divisi per piccoli gruppi - in aula o a distanza, nel corso delle lezioni o extra-lezioni - e che non afferiscono ad altre metodologie collaborative più strutturate (es. cooperative learning, Problem based learning, Team based learning, flipped classroom).
Nella didattica per gruppi il docente lascia una consegna e un tempo a disposizione per svolgere determinate attività.

Al termine delle attività i gruppi sono chiamati a restituire in plenaria quanto emerso nel corso delle attività o gli output prodotti. Il docente, assumendo la posizione di facilitatore, favorisce con domande e rilanci lo scambio e la problematizzazione di quanto emerso.


Didattica per progetti

L'apprendimento basato su progetti si riferisce a qualsiasi approccio didattico che utilizza progetti di varia natura come strategia centrale per l'educazione degli studenti.

Agli studenti viene assegnato un progetto o una serie di progetti che richiedono l'uso di diverse abilità - come ricerca, scrittura, colloquio, ecc. - per produrre output di varia natura, come ad esempio documenti di ricerca, studi scientifici, proposte di politiche pubbliche, presentazioni multimediali, documentari video, installazioni artistiche o spettacoli musicali e teatrali. 

A differenza di molti esami e altre forme più tradizionali di didattica, l'esecuzione e il completamento di un progetto possono richiedere diverse settimane o mesi, o possono anche svolgersi nel corso di un semestre o di un anno.



Didattica per scenari

Questa metodologia ha lo scopo di rendere gli studenti parte attiva del processo educativo. Punto di partenza di questo metodo è lo Scenario, ovvero un racconto di un ipotetico docente che decide di affrontare una parte dei contenuti del corso con i propri studenti. Ispirandosi a questa sorta di unità didattica ‘raccontata’ i docenti scrivono a loro volta, sempre in forma narrativa, il piano delle attività didattiche che intendono sviluppare (Learning Story) con la classe; nell’elaborare il piano prevedono lo svolgimento di una serie di attività da fare con gli studenti (Learning Activities). Ogni attività è descritta in modo flessibile e prevede una serie di strumenti operativi da usare durante le lezioni. Le attività proposte sono la componente che contiene gli ingredienti per il capovolgimento del tradizionale paradigma didattico ‘frontale’: propone azioni, strumenti e attività che sottendono metodologie centrate sullo studente.

Per approfondimento consultare il portale di Avanguardie Educative INDIRE


F

Flipped classroom

La Flipped Classroom è un approccio di didattica che comprende moltissime metodologie, non un metodo didattico specifico e formalizzato, Il termine “rovesciata” (flipped) si riferisce al fatto che viene ribaltata la struttura delle lezioni: mentre nella didattica frontale tradizionale la lezione teorica veniva spiegata in classe e gli esercizi assegnati svolti a casa, in questo approccio viene chiesto di apprendere le nozioni a casa, in autonomia, e di esercitarsi in classe tutti insieme, nel gruppo. I discenti passano, quindi, dal ricevere passivamente le informazioni erogate dal docente, all'essere soggetti attivi nell'apprendimento, autoregolando il proprio percorso formativo.


I

Icebreaker

Gli icebreaker sono attività che hanno la principale funzione di attivare e riscaldare i partecipanti alla formazione, portandoli in una condizione cognitiva ed emotiva più favorevole all'apprendimento e stimolando una predisposizione all'ascolto.
Esistono innumerevoli attività di rompighiaccio, che possono essere usate a seconda del contesto, della numerosità e delle caratteristiche dei partecipanti.
A volte, le attività possono essere funzionali a far presentare i partecipanti o a indagarne le conoscenze pregresse e le aspettative, ma un buon icebreaker dovrebbe privilegiare l'obiettivo di coinvolgere i discenti.
Le caratteristica che rendono efficace  questo tipo di attività sono:
  • far esprimere tutti, ognuno deve parlare anche dicendo una sola parola, ma è importante che nessuno sia escluso;
  • presidiare un clima non giudicante e senza contraddittorio sui contenuti. In un icebreaker è importante che ciascuno si senta libero di dire ciò che pensa;
  • far sentire i discenti protetti, evitare di metterli in condizioni di eccessivo discomfort, ad esempio, trattando argomenti delicati o troppo personali, o mettendoli in situazioni che evidenziano mancanze o lacune.
Esempi tipici di icebreaker sono il giro di tavolo di presentazione, le visiting card, le immagini evocative, l'intervista a coppie, ma ci sono tantissimi altri metodi, spesso anche poco strutturati altrettanto funzionali fintanto che si rispettano i tre principi elencati precedentemente.

Instant poll

Gli strumenti di instant poll (o domande in classe) sono metodi per la valutazione formativa da utilizzare in classe che spesso sono associati a metodi di formazione tradizionali, quali la lezione frontale, per stimolare la motivazione e il coinvolgimento degli studenti. Questi strumenti stimolano gli studenti a riflettere sui contenuti della lezione senza subirli passivamente e possono aiutare a mettere in luce aspetti poco chiari e a migliorare l'apprendimento.
La metodologia consiste tipicamente nel mostrare una domanda a scelta multipla su un tema appena trattato (o trattato in una lezione precedente) utilizzando una piattaforma di polling online che permette di mostrare in tempo reale la distribuzione delle risposte. Prima di dare la soluzione, il docente stimola la discussione con e tra gli studenti.
Alcuni esempi di piattaforme/strumenti utilizzate sono
  • socrative
  • mentimeter
  • kahoot
  • wooclap
  • poll everywhere
  • turning tecnologies (clickers)

In alternativa a queste soluzioni tecnologiche che necessitano che tutti gli studenti abbiano un device, si può distribuire dei cartoncini colorati e far rispondere alzando il cartoncino. 



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